I bersaglieri costituirono almeno 4 compagnie motociclisti, di cui una (Ten. Bertone)  figura tra i reparti (LXXII arditi e 3 ° ciclisti) che entrarono a Vittorio Veneto. L’uso della moto è confermato anche a fianco di D’Annunzio. Con la fine della guerra, causa le restrizioni e la demilitarizzazione, l’uso di motocicli perde interesse e occorrerà aspettare una decina di anni per vedere di nuovo un interesse per lo sviluppo di nuovi mezzi e il miglioramento di quelli presistenti. Alla fine del 1931, presso la caserma del 2° reggimento Bersaglieri a Trastevere, è costituita a fini sperimentali una compagnia motociclisti. Senza specifiche regolamentazioni, non esistendo una dottrina di impiego, si costituirono tre plotoni, più uno comando, di tre squadre cadauno composte da 13 bersaglieri e due fucili mitragliatori. Le moto che giungono in caserma sono le GUZZI 500 monoposto e alcuni motocarrelli. I Motomitraglieri dovevano avere una perfetta conoscenza delle armi automatiche, percorrere sentieri, mulattiere, possedere uno spiccato senso dell’orientamento e saper leggere una carta topografica. Molti di loro non sanno neanche andare in bicicletta, ma diventano ugualmente buoni motociclisti. I fucili mitragliatori vengono inizialmente portati a tracolla, ma la posizione appare subito poco idonea, per l’equilibrio in sella, e troppo lungo il tempo per metterli in azione in caso di agguato.  Viene così ideata una culla posta sullo sterzo che ne facilita il trasporto e in casi estremi l’uso dal bordo del mezzo fermo. Il motto della compagnia è “PALPITANDO IRROMPO”. Nel 1933 la compagnia in tre tappe si trasferisce da  Roma a Torino. Oltre alle GUZZI presso la compagnia si provano Gilera e Frera. Presso la compagnia funziona una officina per le riparazioni, per le frequenti rotture nell’addestramento e nei percorsi fuori strada. Dopo questi periodi di prova la formazione del reparto è modificata, nel 1936, con l’adozione delle biposto e la costituzione di un battaglione moto, all’interno delle brigate corazzate. Nel 1938, considerati eccessivi gli uomini per squadra, furono dimezzati adottando fucili-mitragliatori supplementari. La compagnia motociclisti a questo punto è atta a svolgere alcuni compiti per unità superiori come spostarsi su strada a velocità di circa 35 km orari !! e piombare di sorpresa sulle avanguardie nemiche sviluppando una notevole massa di fuoco.

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La stessa moto veniva usata in Africa durante la campagna della A.O. – rivediamo qui il modello ALCE nella versione coloniale in tinta mimetica, con tutta l’attrezzatura per il viaggio – foto ripresa in occasione della fiera di Ferrara 2015

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I compiti principali che sono quindi assegnati alla nuova specialità sono:  

– Esplorazione

– Occupazione preventiva di località o nodi stradali

– Inseguimento

– Protezione del ripiegamento

– Sicurezza in marcia delle grandi unita corazzate o motorizzate.

Organico della compagnia moto nel 1940

1 Plotone comando  23 uomini

3 Plotoni moto su 4 squadre cd. (da 6 uo) con un fucile mitragliatore ciascuno

1 Plotone moto su 4 squadre da 9 uomini cd. con una mitragliatrice (pesante

28 moto monoposto, 44 biposto, 9 carrelli, 4 autocarri, 2 radio, 133 uomini

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Foto che ritrae il bersagliere motociclista seguita da una colonna di ciclisti (Fronte orientale 1940).

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Storia guerre mondiali